Lo Zero e il Nulla sono fratelli, ma non gemelli.
Zero e nulla non sono uguali.
Zero, per me, è qualcosa che “non c’è”, qualcosa che
manca.
Se in un negozio mi vendono un quaderno a quadretti,
immagino che nel quaderno ci siano circa 50.000 quadretti… e basta.
Perché per me: “Una cosa è Zero, solo se prima c’era e
adesso non c'è più. O anche se ci dovrebbe o potrebbe essere"
Torno nello stesso negozio e mi vendono: Il quaderno
dei quadretti e delle righe, ma se nel quaderno trovo solo quadretti dirò che
ci sono Zero righe!!!
E ancora, se in una macchina non ci sono i sedili, dirai che mancano i
sedili. E se uno ti chiedesse quella macchina quanti sedili ha: Zero, sarebbe
la risposta.
Ma se uno ti chiede "quella macchina quanti comodini ha?" Tu
risponderai: Ma cosa dici? Che cosa c’entrano i comodini!?!
La differenza?
Non ho più tempo: è Zero.
Non ho tempo per te, perché non l’ho mai avuto: è Nulla.
Ovviamente, questo è il mio personale pensiero, non è certo la verità
assoluta!
L’opera qui
riportata, dell’artista Marco Tullio Dentale riproduce, secondo me, la perfetta
rappresentazione dello zero. L’assenza è qui riprodotta efficacemente
attraverso la sagoma mancante (zero) dell’uomo che era, che lì viveva e che ora
non c’è più.
Lo zero.
L’assenza.
Il Nulla sarebbe così
Non ho la pretesa di attribuire questo senso al lavoro dell’artista, questa è la mia personale interpretazione, sono suggestioni che questa opera mi ha ispirato.
Anzi, ne
approfitto per dire grazie a Marco Tullio Dentale, l’artista dell’opera, che
gentilmente si è prestato a modificare il suo lavoro (nelle foto mostrate) che
a me ha ispirato: Lo Zero e il Nulla.
Il lavoro originale è riportato
invece nella foto qui sotto.
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