Wow! La prima espressione, istintiva e schietta, che mi viene in mente per descrivere l'atmosfera dello spettacolo di venerdì "Teatro a Taglio Corto" è: wow! Si, wow perchè il pubblico ha risposto con entusiasmo e sinergia. Perchè il clima della serata è stato caldo, informale, intimo, positivo, ricco di energia. Wow perchè le performances sono state tutte interessanti, efficaci, hanno raggiunto il cuore del pubblico. E poi (sarà poco modesto da dire ma va bene lo stesso perchè lo penso, quindi sicuramente è sincero!) wow per la formula vincente dello spettacolo: storie diverse, spazi emotivi completamente diversi (dalla risata più autentica e genuina alla commozione, dall'indignazione alla riflessione), tematiche davvero varie. Lo spettacolo, nella sua mescolanza di generi e temi, ci ha permesso di far ridere il pubblico (nelle performances "Amo le donne" e "Appuntamento al buio"), di farlo riflettere su temi sociali come la disoccupazione e sorridere sui paradossi della nostra società (con "La giostra"), di farlo emozionare ed indignare ( con "Diari di Donne", uno sguardo sulla condizione e sul ruolo delle donne). Interpreti, attori dello spettacolo: Helga Dentale (autrice dei testi), Fabio Filippi (regista ed autore di "Amo le donne") e Simona Petti; nella performance "Shakespeare a taglio corto" Giuseppe Arnone, Annalisa Di Presa e Cristiana Persia (allievi-attori del corso Shakespeare Lab) hanno messo in scena un intenso brano tratto dall'Otello, regalando al pubblico anche i versi e i personaggi creati dal genio di William Shakespeare. A completare il "cast" artistico il pubblico: alcuni spettatori si sono con ironia e disponibilità trasformati in presentatori delle performances.
Questo è il teatro che amo e che mi piace. Il teatro senza troppi lustrini, il teatro del dialogo fra attori e spettatori, il teatro che non ha bisogno di uno spazio troppo pomposo e formale per esistere perchè già esiste così com'è: ha già la sua forza, ha un'idea vera, ha il cuore. Il teatro che non deve far pagare un biglietto proibitivo ma che si sostiene con una sottoscrizione e quindi è per tutti, è di tutti. Il teatro che vuole raccontare, dire, comunicare, condividere. In una società che vorrebbe abituarci al non pensiero la vera rivoluzione culturale è non smettere di pensare e di dialogare. Il teatro, secondo me, possiede anche questo potere.
Grazie quindi a Fabio, agli altri attori della serata, al pubblico e a tutti quelli che ancora ci credono. Come me.
HelgaProssimo appuntamento: venerdì 10 dicembre 2010
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