Entro in classe e mi
sorprendo.
Mi sorprende l’accoglienza che mi riservano i bambini.
Mi
sorprendo di vedere tante mani alzate alla mia domanda: “Chi di voi
crede che la matematica sia divertente?” In questa loro risposta c’è
chiaro ed evidente il buon lavoro fatto dalle maestre. Mi sorprende
l’entusiasmo con cui i bambini sono coinvolti nei giochi proposti. E, a
volte si sa, il troppo entusiasmo diventa un po’ “chiassoso” E così, proviamo
a codificare un’esultanza silenziosa per non disturbare il lavoro che
si sta svolgendo nelle classi adiacenti. Inizio così a portare sul campo
la mia ricerca: la matematica è creatività. Anche per risolvere un
problema ci vuole creatività e nel mio laboratorio utilizziamo una
risorsa importante, la comicità. La comicità ci unisce, unisce la
classe, sdrammatizza, ci rende complici.
Quando le regole della matematica incontrano il pensiero divergente della comicità si accende quella scintilla che esplode in una fragorosa risata.
E poi: abbiamo recitato, la matematica si recita. La matematica è anche teatro in gioco! I bambini si sono divertiti, io mi sono divertito.
Ed alla fine la domanda più bella: “Maestro, torni?” “Si - le rispondo- tra due settimane”.
E con la nostra esultanza silenziosa, lei si gira e se ne va. Fabio Filippi
www.teatroingioco.it
Quando le regole della matematica incontrano il pensiero divergente della comicità si accende quella scintilla che esplode in una fragorosa risata.
E poi: abbiamo recitato, la matematica si recita. La matematica è anche teatro in gioco! I bambini si sono divertiti, io mi sono divertito.
Ed alla fine la domanda più bella: “Maestro, torni?” “Si - le rispondo- tra due settimane”.
E con la nostra esultanza silenziosa, lei si gira e se ne va. Fabio Filippi
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